La mia ultima opera anamorfica "Viva Buratto!" è nel Parco Pertini ad Arezzo, in Toscana, e si ispira alla Giostra del Saracino, commemorazione e torneo storico in memoria delle invasioni dei mori e delle Crociate che si tiene due volte l’anno in città.
L'opera è influenzata dai nudi classici di Michelangelo, dai cavalli della Battaglia di Anghiari di Leonardo, dagli affreschi di Piero della Francesca e da tante altre meraviglie che i maestri del Medioevo e del Rinascimento ci hanno lasciato in eredità. Tra queste gli studi sulla prospettiva e sull’anamorfosi, illusione ottica data dalla realizzazione di immagini deformate in prospettiva.
“Viva Buratto!” è un’opera anamorfica, cioè le figure a due dimensioni che si vedono all’ingresso del sottopasso sono dipinte e si ‘spalmano’ in realtà tridimensionalmente in oltre 50 metri di pareti e soffitti. È un’illusione. Come un’illusione è il Buratto stesso, questo fantoccio barbuto, “re delle Indie”, nemico immaginario contro il quale i giostratori si lanciano per colpirlo a morte.